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Studi sulla teoria del valore-lavoro

[Studies in the Labour Theory of Value], traduzione di Mario Pocar, Pier Luigi Porta, Enrico Facchini


Milano, Feltrinelli, 1973, I fatti e le idee. Saggi e Biografie. Biblioteca di economia, 254
cm 22x14.2, pp. XII-316-(4), brossura illustrata
Unica edizione italiana. Ottima copia

€ 25
[...] L'idea di Meek è che molti economisti non colgono l'essenza della teoria del lavoro di Marx per il fatto stesso di non valutare adeguatamente i problemi che questi intendeva affrontare in origine. Egli quindi analizza tanto la teoria marxiana quanto le più importanti obiezioni che le sono state mosse, e conduce un'analisi critica dello sviluppo del concetto di valore nell'economia politica "classica," da Adam Smith a Ricardo a Marx.


In un interessante capitolo conclusivo, l'autore affronta poi il problema dell'adeguatezza della teoria del valore-lavoro in rapporto alla realtà economica attuale dei paesi sia socialisti sia capitalisti. "Spero," scrive Meek nella prefazione al volume, "che questo mio lavoro possa almeno in parte Contribuire a determinare un periodo di coesistenza fra i due gruppi, durante il quale alle accuse di disonestà e incompetenza scientifica si sostituiscano dei sinceri tentativi di comprendere e di valutare i rispettivi punti di vista. In questa coesistenza i marxisti e i non marxisti dovrebbero ingaggiare una pacifica competizione, tesa a dimostrare quale delle due correnti può fornire una più fondata e più utile analisi della realtà economica."
Il volume è accresciuto di un'Appendice e di una nuova, lunga introduzione, in cui l'autore, riprendendo la discussione al punto in cui l'aveva lasciata alla prima edizione del libro, del 1956, riconsidera il problema della trasformazione alla luce dei contributi recenti, quello di Sraffa in particolare, e prende più attentamente in esame il rapporto tra la teoria del valore-lavoro e il concetto marxiano di alienazione.

 

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